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Rappresentazione visiva dell'articolo: TANSTAAFL

È l’acronimo dell’espressione inglese

There ain’t no such thing as a free lunch“,

che in italiano si potrebbe interpretare con

“Nessuno ti dà da mangiare in cambio di niente”,

oppure

“Non esistono pasti gratis”.  

La sua origine si deve all’usanza statunitense, già raccontata persino da Rudyard Kipling nelle sue Americans Notes [1899], di offrire nei saloons consumazioni gratuite a chi avesse ordinato da bere, birra in special modo. Persino i clienti meno abbienti avrebbero potuto così procacciarsi un pasto per pochi spiccioli! 

Tuttavia, venivano serviti cibi particolarmente salati, e ciò spingeva gli avventori ad un alto consumo di birre. 

A partire dalla metà del secolo scorso questo concetto e i suoi acronimi (anche TINSAALF e TNSTAATL) cominciarono ad essere adoperati anche in molti altri ambiti, come in quelli degli studi economici e sociali (come Pierre Dos Utt nel 1949 o il liberista Milton Freedman, premio Nobel nel 1976),

Le quattro parole di questo titolo ci descrivono un’immagine semplice, come i pilastri fondamentali sui quali poggiano i sistemi economici moderni:

Niente Pasto Senza Prezzo 

Nessuno può quindi pensare di ricevere gratuitamente beni, prestazioni o servizi.

Se tutti considerano un controsenso che un panettiere ci regali il pane tutti i giorni, o che un contadino non voglia essere pagato per i frutti dei suoi sforzi, è altrettanto evidente che lo Stato o una banca non ci possano offrire tassi d’interesse molto alti senza chiederci qualcosa in cambio.

E in finanza questo “qualcosa in cambio” si chiama              

RISCHIO.

e può essere bilanciato sulla base delle opportunità e dei benefici che offre.

Nel mercato dei titoli obbligazionari, ad esempio, quando gli investitori prevedono un futuro miglioramento o peggioramento nell’affidabilità di un determinato emittente, queste aspettative si riflettono nei rendimenti che l’emittente deve garantire ai sottoscrittori. Naturalmente, se le aspettative sono di miglioramento, gli investitori si accontenteranno di tassi d’interesse  più bassi; mentre se le aspettative incorporano un peggioramento, l’emittente sarà costretto a offrire tassi più alti per retribuire il maggior rischio che gli investitori dovranno sopportare.

È la solita legge:


  • Perché non approfittare di questi tassi d’interesse così alti sui nostri conti deposito o sulle obbligazioni della nostra banca?
  • Il rischio? Non sono rischiose, cosa può accadere?
  • Pensa veramente che la nostra banca possa fallire?
  • Se falliamo noi, allora significa che fallisce tutto il sistema!
  • È praticamente impossibile! La banca viene salvata dallo Stato, perché i due sistemi sono sinergici e si poggiano l’uno sull’altro, in un rapporto di reciproca fiducia.

Evita dunque le lacrime da coccodrillo, ed affidati al tuo consulente di fiducia per trovare assieme l’equilibrio più adatto alla tua situazione, alle tue possibilità e alle tue esigenze e aspettative.

Se è gratis…

allora il prodotto sei tu.

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