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Rappresentazione visiva dell'articolo: Eppure il vento soffia ancora

Praticare lo sport della vela è stato per me una scuola di vita che, ancora oggi, mi porto dietro nella mia professione.

Andare di “vela” non significa solo stare al timone o regolare la vela al vento; andare di “vela” è un modo di pensare e di vivere. Mentre si pratica la vela tutte le nostre reazioni e le nostre emozioni cambiano, diventando più intense.

Le decisioni del timoniere

In barca la responsabilità è di chi è al timone; il timoniere si può consultare con il tattico o il meteorologo, ma l’ultima decisione, quella fondamentale, spetta a lui.

La decisione, che spesso deve arrivare in poco tempo, deve essere presa considerando le operazioni da poter svolgere tenendo bene in mente che è vietato sbagliare, poiché ogni errore può risultare fatale.

Operazioni come virare, strambare, issare o ridurre le vele, sono tutte operazioni che il timoniere deve avere bene in mente.

Il timoniere quindi deve avere una buona preparazione tecnica, ma deve possedere anche una buone dose di autocontrollo, nonché la capacità di prendere la decisione giusta al momento giusto; anche in condizioni meteorologiche avverse, quando tutto si fa più difficile, deve essere in grado di prendere la giusta decisione.

Ricordi

Mi porto sempre dietro un caro ricordo di Pablo, il mio primo istruttore di vela; un uomo di grande esperienza, poiché aveva compiuto diverse traversate oceaniche.

Con lui ho imparato a prendere confidenza con il mare e i venti, portargli rispetto, ma non temerli. Mi ha insegnato che un vero marinaio non si vede quando il mare è calmo e i venti ti sono amici, ma nei momenti di burrasca.

Ho appreso da Pablo che è necessario sfruttare la raffica improvvisa del vento; quella raffica che fa sbandare la barca, incutendoti la paura di “scuffiare”, portandoti a pensare di dover lascare, cioè allontanare le vele al vento. Ma è proprio in quel momento che devi avere la forza di mantenere la barra del timone dritta per mantenere la tua rotta. È in quell’attimo che devi riuscire a controllare il tuo impulso umano, e raggiungere l’obiettivo di vincere la regata.

È necessario tracciare la tua rotta, tenendo come riferimento un punto fisso e fare di tutto per raggiungere il tuo obiettivo, senza lasciarsi influenzare dalle rotte degli altri equipaggi o dagli sbalzi del vento.

La finanza è come andare di vela

Sotto alcuni aspetti, la finanza è simile all’andare di vela: richiede rigore, preparazione e dedizione.

Anche in finanza, come durante una regata, è necessario non farsi prendere dall’euforia nei momenti di “bonaccia”, credendosi degli abili operatori, o demoralizzandosi nei momenti di burrasca. In finanza, come nella vela, è necessario sfruttare il momento, seguire il vento e saperlo domare.

Solo un abile timoniere, in barca come in finanza, sarà in grado di comprendere ciò che lo circonda, prendere le giuste decisioni, senza lasciarsi influenzare dal momento. Deve saper sfruttare, invece, le proprie capacità, le proprie conoscenze e la propria esperienza.

Ricordo una bellissima frase di Benazir Bhutto, politica pakistana assassinata nel 2007: “una nave in porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite”.

Comunque vada, eppure il vento soffia ancora…

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