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Rappresentazione visiva dell'articolo: Dire, fare, baciare, testamento.

Quando eravamo piccoli e il nostro agorà non erano certo i social ma il cortile di casa. Era proprio questo il luogo prediletto del divertimento.

Il gioco consisteva nel pagare “pegno” scegliendo la corrispettiva penitenza, toccando le dita della mano con gli occhi chiusi; le dita rappresentavano la scelta tra dire, fare, baciare, lettera e testamento.

Per noi maschietti, ovviamente, la penitenza meno sgradevole era “baciare”; anche se poteva succedere, qualche volta, che gli amici ti obbligassero a baciare la più “bruttina” della classe.

Testamento era invece la penitenza più temuta; chi pagava questo pegno doveva volgere la schiena ai compagni, mentre decidevano tra varie penitenze fisiche (sberle, calci, ma anche baci, carezze). Dopo aver deciso la tipologia della penitenza, un compagno di giochi chiedeva “quanti ne vuoi di questi?” e il penitente doveva rispondere un numero da uno a dieci, ovviamente senza sapere di cosa si trattasse.

Un tipo di divertimento semplice, genuino.

Il testamento ai giorni nostri

Sono passati gli anni e siamo cresciuti. Tuttavia, come nel gioco, anche nella realtà, in Italia il testamento è visto ancora come un tabù: per scaramanzia o per cattiva conoscenza, appena 13 persone su 100 lasciano le ultime volontà in forma scritta.

Nel nostro ordinamento sono previste tre forme di testamento: olografo, pubblico e segreto.

Il testamento olografo è un atto scritto, datato e sottoscritto dal testatore. Si tratta di una scrittura privata che deve contenere le reali volontà del testatore; queste possono essere espresse liberamente, senza cioè dover rispettare particolari schemi.

Il testamento olografo risulta essere la tipologia più semplice ed economica, ma bisogna avere determinate accortezze per evitarne la nullità, altrimenti le volontà del testatore saranno vanificate. I vizi di forma più frequenti nel testamento olografo sono la mancanza della firma del testatore, la mancanza della data e la mancanza di autografia.

Si ha mancanza di autografia quando il testamento non viene interamente scritto di pugno dal testatore. Anche firma e data devono essere scritte dallo stesso testatore; non è necessaria l’indicazione del luogo.

Il testamento pubblico è un atto redatto alla presenza di un notaio, in presenza di due testimoni e sottoscritto dal testatore; quest’ultimo dichiara le proprie volontà al notaio che le trascrive e le legge in presenza dei due testimoni. In questa tipologia di testamento è necessaria la firma del testatore, dei due testimoni e del notaio.

Il testamento segreto viene invece redatto dal testatore e, successivamente, consegnato dallo stesso testatore ad un notaio, in presenza di due testimoni. Davanti ai due testimoni il notaio dovrà scrivere direttamente sull’involto che contiene la scheda del testamento l’atto di ricevimento, che sarà sottoscritto dallo stesso notaio, dal testatore e dai due testimoni.

Se non decidiamo di redigere un testamento sarà la legge che deciderà come dividere il nostro patrimonio.


In presenza del testamento, pur dovendo riconoscere una quota agli eredi legittimi (consorte, figli e genitori), possiamo disporre liberamente di una quota.

La quota disponibile può essere liberamente offerta a uno o più eredi legittimi, aumentandole la quota legittima, ma anche destinandola a terze persone oppure enti.



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