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Rappresentazione visiva dell'articolo: Il canto delle sirene

“Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, ferma la nave e vieni ad ascoltare il nostro canto.”


Come ricapita ad ogni aumento della volatilità sui mercati, ritornano gli allarmi ribaditi dalle solite “Sirene”.

- Ulisse… Ulisse… vendi tutto e metti  in liquidità. Abbiamo noi la soluzione giusta per te. Il conto deposito, l’obbligazione o il Buono che piace a te con quel… “ poco ma sicuro”.

Purtroppo capita tutte le volte. Quando il mercato scende e la volatilità prende il sopravvento, per giorni e giorni il risparmiatore si fa prendere da forti dubbi sulle scelte d’investimento che aveva fatto poco prima. 


Questo  è frutto dell’indubbia e ormai certificata mancanza di Educazione Finanziaria tra noi italiani, che per certe forme di ignoranza ci facciamo battere persino dai paesi del terzo mondo.

Tutte le crisi hanno in comune:

    1) la loro nascita è per motivi diversi

    2) hanno una durata diversa

    3) ma poi finiscono

Ogni volta che decidiamo di vendere in preda al panico un’azione, piuttosto che un’obbligazione, un fondo comune o un ETF non è che questi si volatizzino, ma vengono acquistati da altri a minor prezzo.  Farsi prendere dalla paura con la solita scusa che questa volta è diverso equivale non solo a perdere delle opportunità sul mercato, ma a buttare via il proprio piano d’investimento.


Se il nostro obiettivo d’investimento è a 5-10 anni è insensato preoccuparsi di fenomeni di breve periodo. Nessuno ha la sfera di cristallo per capire quando iniziano e terminano i momenti di turbolenza finanziaria.

Ci possiamo però affidare ai dati statistici: l’assett che nei vent’anni 2001/2021 ha avuto il rendimento “annuo” migliore è Azionario Paesi Emergenti con il 7,96%; al secondo posto Azionario USA con 6,84%; all’ultimo posto troviamo le Commodities,  con -2,81% e la liquidità solo all’1,81%.


Anche una regata velica richiede un esame delle condizioni meteo, della posizione delle boe e del tragitto: da tutto questo può essere orientata la scelta delle vele, la regolarizzazione dell’albero e la rotta da seguire.  Le condizioni meteo possono sempre variare all’improvviso, ma se pure questo dovesse avvenire non fa di certo mutare la rotta. Se il vento si rafforza e lo sbandamento della barca aumenta, un equipaggio inesperto tenderebbe, preso dalla paura, a “poggiare”, cioè allontanare la prua della barca dall’origine del vento perdendo velocità. Il marinaio esperto, invece,  cercherà di “orzare”, ossia di avvicinare la prua al vento, approfittando della sua forza per guadagnare metri preziosi. In caso bonaccia, quando il vento cala, potremo pensare ad essere più tranquilli e sicuri, andando a  scovare dove c’è vento dalle increspature del mare. 

Lo stesso avviene in finanza. 

Nei mercati in salita dovremo cercare le varie opportunità del momento per la parte satellite del nostro portafoglio, come è accaduto, durante lo scoppio della pandemia, con i comparti tecnologici e sanitari. Mentre nei momenti negativi, se le nostre scelte sono sempre valide, andremo a liberare liquidità accantonata per approfittarne e acquistare posizioni a prezzi più bassi.

Non bisogna confondere la “Paura” con la “Prudenza” sono due cose ben distinte.



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