Perché pianificare?

Far comprendere la “pianificazione finanziaria”  non è facile in quanto questo procedimento non è istintivo, perché si tratta di rivedere scelte di consumo proprie e  della famiglia, beneficiando una spesa differita nel tempo a discapito di una immediata.

Studi di  finanza comportamentale hanno individuato che l’attività di pianificazione è  ostacolata da “gabbie mentali” ed “emotive”, invece di,  focalizzarsi sugli effettivi bisogni a cui un individuo ha effettivamente bisogno.

Per prima cosa dobbiamo iniziare  parlando di “rendimento reale” e non  fermarsi al solo “rendimento nominale”.

Un’altra cosa assolutamente da chiarire è che il rendimento  dei mercati finanziari non è mai “certo”, ma è presumibilmente possiamo “statisticabile”, quindi è assolutamente indispensabile dover definire l’orizzonte temporale per poter scegliere strumenti più idonei a generare valore. Trincerarsi solamente “ voglio investire ad un anno, poi vediamo” è una affermazione di chi vuole solo perdere  i propri soldi, se l’effettivo bisogno non si tratta di una spesa entro 12/18 mesi.

I momenti di volatilità sono inevitabili e del tutto normali, vissuti dall’investitore medio in maniera errata. Molto spesso catturato dal panico è tentato ad uscire dall’investimento per la paura di “perdere tutto”  invece di sfruttarne l’opportunità. In questi momenti è “fondamentale” la presenza di un Consulente Finanziario” che sia vicino al cliente, che lo tranquillizzi, che lo faccia ragionare e fargli sfruttare questi momenti, che giustifica ampiamente il suo “costo”. 

Perché sfruttiamo i saldi stagionali come ottime occasioni di acquisto di beni, mentre quando questi sono finanziari ci comportiamo in maniera completamente diversa?

Nel XII libro dell’Odissea la maga Circe mette in guardia Ulisse e i suoi compagni dal canto delle sirene, figlie del dio fluviale Acheloo e di Melpomene, consigliando loro di turarsi le orecchie con della cera, in modo che non possano lasciarsi ammaliare dal loro canto. Ulisse tappa le orecchie solo ai compagni e da questi si fa legare all’albero della nave in modo da poter ascoltare la voce delle sirene”.

La liquidità è un asset prezioso, ma idoneo  per soddisfare le spese di breve termine e  diventa “indubbiamente” dannosa se la si utilizza in modo non corretto con l’abitudine di trattare conti deposito e conti correnti come se fossero un investimento.

Ma perché è errato definire la liquidità un investimento?  

Solamente per   l’incidenza  dell’inflazione che ci fa “perdere” anche se noi siamo convinti del contrario. Negli ultimi venti anni  chi avesse optato la “tranquillità” ha inevitabilmente ottenuto un rendimento reale “negativo”.
100 Euro tenuti sul  “sicuro” conto sono diventati 116, peccato però che ne  occorreranno 142 per acquistare gli stessi beni e quindi, una perdita del 18,31% senza considerare i costi, bolli ed eventuali crisi bancarie.

Come può un risparmiatore difendersi dall’emotività della volatilità dei mercati?

Senza alcun dubbio un valido aiuto è quello dei Piani di Accumulo, cioè trasformare il proprio risparmio in investimento. Non subire, ma approfittare dei momenti di ribasso dei mercati. Oggi “l’ingegneria finanziaria” ha sviluppato  anche prodotti  per  indirizzare la liquidità in eccesso sul conto corrente rispetto ad una giacenza, definita in funzione della capacità di risparmio del cliente, attraverso un meccanismo automatico di investimento.

Infine, in una perfetta pianificazione è necessario pensare anche alla propria previdenza.

Il nostro sistema pensionistico sarà sempre meno generoso sia dovuto al passaggio dal calcolo “retributivo” a quello “contributivo” sia dalla variazione demografica, popolazione più anziana rispetto alla massa lavorativa.

Da considerare; chi andrà in pensione nel 2040, con 40 anni di contributi, percepirà il 65,1% del suo stipendio per i dipendenti e il 40,6% per gli autonomi di pensione.

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