Pandemia, pandemia, tutte le certezze porta via.
di Silvio Frontini | pubblicato il 29 gennaio 2021
Non voglio affrontare il tema “pandemia” dal punto di vista sanitario, anche perché non ho le dovute conoscenze, bensì vorrei farlo da quello economico.
A seguito dei vari lockdown, abbiamo assistito a un numero sempre maggiore di attività in difficoltà a causa delle restrizioni negli spostamenti, ma anche a un’accelerazione di un cambiamento già in atto.
Quante attività, un tempo diffuse, oggi non esistono più?
Mi ricordo quando, da bambino, accompagnavo mia madre alla merceria vicino casa e la mia attenzione ricadeva sul proprietario che, seduto vicino a una specie di tavolino, rammendava calze da donna in seta. Oggi questo lavoro è scomparso, così come quello del calzolaio e di tanti altri artigiani.
Società note sul mercato – come Kodak, Blockbuster, Compaq, Nokia – sono svanite perché il loro management non è stato in grado di prevedere il cambiamento.
Ugualmente, molte attività ancora produttive in questo momento dovranno cambiare il loro modo di fare business se vogliono sopravvivere al cambiamento.
Difficilmente si tornerà a servirsi nel classico negozio dopo che abbiamo appurato come, con il nostro smartphone, si possaacquistare qualsiasi merce stando comodamente seduti sulla nostra poltrona per poi riceverla nel giro di pochi giorni.
Il ristoratore dovrà mutare la sua visione del lavoro. Per molto tempo ancora sarà, infatti,impensabile ritornare a gustare i suoipiatti su tavoli molto vicini l’uno all’altro.
Il settore dovrà, quindi, reinventarsi, mettendo a punto servizi di ristorazione a domicilio o di take–away. Una vera novità per la nostra cultura ma che, da tempo, è già consuetudine in molti altri Stati.
Succede la stessa cosa in finanza. Negli ultimi anni stiamo assistendo alla variazione di dogmi ormai fermi da secoli. In nessun trattato di economia o finanza viene riportato che nel prestito di soldi allo Stato, alla scadenza, si possa ottenere meno di quanto versato per l’effetto dei tassi negativi. Eppure è così. Portafogli bilanciati, con in massima parte titoli obbligazionari e una piccola percentuale di titoli azionari, non sono più efficienti e redditizi.
Occorre, quindi, alzare l’asticella del tempo per avere ritorni interessanti.
La convinzione che “l’immobile non ha mai tradito” non è più tale e assistiamo a un vero e proprio stravolgimento di questa, ormai antica, certezza. Oggi si ricercano soluzioni che abbianoanche spazi per poter effettuare lo smart–working, facendo decisamente crollare i prezzi di certi immobili.
Non per ultimo, è da sottolineare l’effetto demografico, poichéabbiamo più immobili rispetto al numero di abitanti.
Il “fai da te”, carpendo informazioni “gratuite” per cercare di essere bravi trader, finisce inevitabilmente con il far perdere soldi.
Avete mai provato ad aprire il cofano della vostra auto? Anche se possedete qualche infarinatura di meccanica riuscireste a farla ripartire dopo un guasto?
Il mondo è cambiato. Non rendiamocene conto solo quando sarà, ormai, troppo tardi.